INDICE
Elenco degli Accademici p. III
Consiglio Accademico p. XI
Verbali delle adunanze pubbliche p. XIII
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
F.P. Arata, A proposito d’una inedita testa di Dioscuro: un esempio di assimilazione e trasformazione iconografica d’età repubblicana p. 3
D. Benoci, Prospettive di ricerca per lo studio dell’epigrafia delle catacombe. Le iscrizioni cristiane dell’Area I di Callisto p. 29
O. Brandt, V. Mekhchian, Il transetto di Sant’Anastasia al Palatino p. 47
N. Cassieri, Il paesaggio archeologico del litus Formianum tra documenti di archivio e recenti scoperte p. 79
C. D’Ammassa, G.L. Gregori, Le terme e il mausoleo di Claudia ti. f. Tertulla tra il ix e il x miglio della via Ostiensis p. 135
G. Ferri, “Una chiave in più”. L’ipogeo cristiano presso il circo di Massenzio p. 167
P. Liverani, Pietro e Paolo lumina mundi: l’iscrizione ICUR 3900 e la fondazione della Basilica Apostolorum p. 217
M. Mayer i Olivé, Piscina: sobre la posible significación del término en la epigrafía funeraria dálmata p. 233
G. Paci, La creazione del CIL: Theodor Mommsen e Giosuè Cecconi di Osimo p. 247
U. Soldovieri, Un inedito miliario con la menzione dell’imperatore Eugenio e i miliari della Campania per Valentiniano II, Teodosio e Arcadio p. 283
A PROPOSITO D’UNA INEDITA TESTA DI DIOSCURO: UN ESEMPIO DI ASSIMILAZIONE E TRASFORMAZIONE ICONOGRAFICA D’ETÀ REPUBBLICANA
DI
FRANCESCO PAOLO ARATA
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Dai depositi archeologici dei Musei Capitolini ritorna alla luce un’inedita testa maschile, identificabile con l’immagine di uno dei Castori. Le fattezze del volto richiamano quelle di Alessandro Magno, con la chioma leonina e la caratteristica anastolé, secondo un processo imitativo frequente nel periodo ellenistico nella rappresentazione di divinità, eroi, sovrani e condottieri. Anche a Roma, particolarmente in relazione con la conquista della Macedonia e della Grecia, l’immagine di Alessandro diviene oltremodo popolare, con i suoi tratti caratteristici adottati nella raffigurazione dei Castori, le divinità protettrici dello stato, della cavalleria e delle forze armate della res publica. Sembra verosimile poter riconoscere in questa testa un’interessante testimonianza della propaganda per immagini promossa da qualcuno degli imperatores ‘macedonici’ espressione dalla nobilitas senatoria, realizzata da uno scultore greco di discreto talento operante a Roma nei decenni centrali del II sec. a.C.
Parole chiave: arte romana d’età repubblicana, Dioscuri/Castori, Alessandro Magno, conquista della Grecia, nobilitas senatoria, assimilazione e trasformazione di modelli figurativi
From the archaeological archives of the Capitoline Museums, an unpublished male head has come to light, which can be identified with the image of one of Castores. The features of the face recall those of Alexander the Great, with his hair like a lion’s mane and characteristic anastolé, according to an imitative process that was common in the Hellenistic period in the representation of divinities, heroes, kings and leaders. In Rome too, particularly in connection with the conquest of Macedonia and Greece, the image of Alexander became extremely popular, with his characteristic features adopted in the depiction of the Castores, the deities protecting the state, the cavalery and the armed forces of the res publica. It seems plausible to recognise in this head an interesting piece of propaganda promoted by some of the ‘Macedonian’ imperatores expressed by the senatorial nobilitas, made by a fairly talented Greek sculptor working in Rome in the middle decades of the 2nd century B. C.
Keywords: Roman republican art, Dioscures/Castors, Alexander the Great, conquest of the Greece, senatorial nobilitas, assimilation and transformation of figurative patterns
PROSPETTIVE DI RICERCA PER LO STUDIO DELL’EPIGRAFIA DELLE CATACOMBE. LE ISCRIZIONI CRISTIANE DELL’AREA I DI CALLISTO
DI
DOMENICO BENOCI
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L’autore espone i risultati dell’applicazione di alcuni approcci metodologici, già utilizzati nell’ambito dell’epigrafia classica, all’epigrafia cristiana dell’Area I della catacomba di Callisto sulla via Appia Antica. Nella ricerca, svolta per il dottorato presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, discusso nel giugno 2020, si considerano le iscrizioni non solo dal punto di vista testuale, andando ad evidenziarne le peculiarità epigrafiche, ma si tenta di legare i manufatti al proprio contesto di riferimento incrociando i dati dei rilievi topografici e dei diari di scavo con le ricognizioni in situ. Oltre a questo le lapidi vengono analizzate anche dal punto di vista della realizzazione, andando a ricercare tracce di maestranze comuni che possano aver lavorato in una data officina lapidaria operante nel comparto tra le vie Appia e Ardeatina. Questo approccio ‘globale’ al materiale epigrafico, se applicato sistematicamente ad altre aree cimiteriali ipogee, potrebbe far emergere nuovi ed interessanti dati in relazione alle cronologie e alla fruizione delle catacombe romane.
Parole chiave: catacomba di Callisto, cimiteri cristiani antichi, via Appia, epigrafia cristiana, metodologia della ricerca, archeologia cristiana.
The author exposes the results of the application of some methodological approaches, already used in the field of classical epigraphy, to the Christian epigraphy of Area I of the catacomb of Callisto on the Via Appia Antica. The research, carried out for the PhD at the Pontifical Institute of Christian Archaeology, discussed in June 2020, the inscriptions are considered not only from the textual point of view, going to highlight their epigraphic peculiarities, but an attempt is made to link the artifacts to their own reference context by crossing the data of the topographic surveys and excavation diaries with the in situ reconnaissance. Furthermore, the tombstones are also analyzed from the point of view of realization, going to look for traces of common workers who may have worked in a given lapidary workshop operating in the sector between the Appian Way and Ardeatina. This ‘global’ approach to epigraphic material, if systematically applied to other underground cemetery areas, could bring out new and interesting data in relation to the chronologies and use of the Roman catacombs.
Keywords: Callistus catacomb, ancient Christian cemeteries, via Appia, Christian Epigraphy, methods of the archeological research, Christian Archaeology.
IL TRANSETTO DI SANT’ANASTASIA AL PALATINO
DI
OLOF BRANDT
SOCIO EFFETTIVO
E
VALERIA MEKHCHIAN
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La prima fase della chiesa di Sant’Anastasia al Palatino era cruciforme, come pensava Richard Krautheimer nel primo volume del Corpus basilicarum Christianarum Romae (1937), o a tre navate con transetto, come pensava invece Friedrich Wilhelm Deichmann (1943)? La risposta dipende in buona parte dall’interpretazione degli archi visibili sulle pareti del transetto, di cui però non è mai stata pubblicata una documentazione completa. Una nuova documentazione degli archi sul lato sud del transetto permette di concludere che gli archi appartengono a due fasi diverse. Questa e diverse altre osservazioni sembrano confermare l’ipotesi che la chiesa nella prima fase avesse tre navate e un transetto tripartito, forse simile a quello di San Pietro in Vincoli.
Parole chiave: archeologia del costruito, architettura paleocristiana, Sant’Anastasia al Palatino, Roma.
Was the first phase of the church of Sant’Anastasia al Palatino cruciform, as Richard Krautheimer thought in the first volume of Corpus basilicarum Christianarum Romae (1937), or with three naves with transept, as Friedrich Wilhelm Deichmann (1943) thought instead? The answer largely depends on the interpretation of the arches visible on the walls of the transept, of which, however, complete documentation has never been published. A new documentation of the arches on the south side of the transept allows us to conclude that the arches belong to two different phases. This and several other observations seem to confirm the hypothesis that the church in the first phase had three naves and a tripartite transept, perhaps similar to that of the second phase of San Pietro in Vincoli.
Keywords: Building Archeology, Early Christian Architecture, Sant’Anastasia al Palatino, Rome.
IL PAESAGGIO ARCHEOLOGICO DEL LITUS FORMIANUM TRA DOCUMENTI DI ARCHIVIO E RECENTI SCOPERTE
DI
NICOLETTA CASSIERI
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Il litorale di Formia conserva tracce cospicue di grandi complessi residenziali, spesso connessi alle proprietà di insigni esponenti dell’aristocrazia urbana e locale che cominciarono a frequentare questo tratto della costa tirrenica sin dal periodo tardo-repubblicano. Recenti indagini di scavo hanno accertato che alcune di queste villae maritimae, sovente dotate di peschiere per l’itticoltura pregiata, erano caratterizzate da vasche di grandi dimensioni inserite all’interno di giardini solitamente a scopo ornamentale o come vivaria. La successione delle ville sul waterfront marino tra Gaeta e Formia, tutte ricadenti nell’ager Formianus, si arricchisce di una nuova testimonianza rappresentata dalle sostruzioni architettonicamente scandite in facciata, le cui dimensioni confermano non soltanto la notevole estensione delle residenze, ma anche il forte impatto che le grandi masse murarie producevano nel paesaggio circostante, espressione delle ambizioni dei proprietari, in competizione tra di loro sia nelle dimore d’otium da godere in vita sia nei monumentali edifici funerari, per la vita oltre la morte. Pochi e dimenticati documenti d’archivio riguardano invece un complesso singolare venuto in luce nel centro cittadino negli anni Venti del Novecento, periodo di grandi scoperte per l’archeologia formiana, comprendente una vasca affiancata da prospetti architettonici e un ricco arredo scultoreo, rimasto ignorato dagli studi. La presenza di un’iscrizione ufficiale di Nerva, nell’anno del suo secondo consolato, lascia intravedere una destinazione pubblica del contesto monumentale.
Parole chiave: Formia, Nerva, sostruzioni con prospetto architettonico, bacino monumentale, Nereidi, villa marittima.
The coast of Formia preserves conspicuous traces of rich complexes, often connected to the properties of Roman notables who began to reside in this stretch of the Tyrrhenian coast since the late Republican period. Recent excavations have shown that some of these villae maritimae, often equipped with fish ponds for valuable fishfarming, were characterized by large tanks inserted into gardens usually for ornamental purposes, or as vivaria .The succession of villas on the mari-time waterfront between Gaeta and Formia, all in the Formianus ager, are enriched with a new testimony represented by the imposing substructures, architecturally articulated in the facade, the size of which confirms not only the considerable extension of the residences but also the strong impact that the great masses of walls produced in the context of the places. The villae were the expression of the ambitions of the owners, in competition with each other for the monumentality of the houses of otium to enjoy in life and that of the funeral buildings. They used to compete in size and architectural originality, for life beyond death. Few and forgotten archival documents concern a singular complex that came to light in the city center in the 1920s, a period of great discoveries for Formian archaeology, including a basin flanked by two architectural elevations and a rich sculptural furniture, remained ignored by studies. The presence of an official inscription of Nerva, in the year of his second consulate, reveals a public destination of the monumental context.
Keywords: Formia, Nerva, subconstructions with architectural fronts, monumental basin, Nereids, maritime villa.
LE TERME E IL MAUSOLEO DI CLAUDIA TI. F. TERTULLA TRA IL IX E IL X MIGLIO DELLA VIA OSTIENSIS
DI
CRISTIAN D’AMMASSA
GIAN LUCA GREGORI
SOCIO EFFETTIVO
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In questo contributo gli Autori presentano i risultati preliminari di recenti indagini archeologiche effettuate lungo la via Ostiense, in località Casal Bernocchi (tra Roma e Ostia). Il palinsesto monumentale rinvenuto è costituito da un complesso di strutture riconducibili ad un impianto termale e ad un edificio funerario con annessa piccola necropoli, costituita da sepolture di varia tipologia. L’arco temporale va dal V secolo a.C. al V secolo d.C., suddiviso in quattro macrofasi. Le prime due, comprese tra l’età repubblicana e gli inizi del II secolo d.C., sono caratterizzate da strutture di incerta interpretazione, cui fa seguito uno sviluppo monumentale dell’area con la realizzazione di un balneum e di un edificio sepolcrale. Una terza fase vede l’ampliamento delle aree funerarie tra la media e la tarda età imperiale, mentre nell’ultima si assiste all’abbandono delle strutture e alla cessazione dell’utilizzo della necropoli (fra il IV e il V secolo d.C.). Considerando il contesto topografico limitrofo e alla luce delle ricerche in corso, viene presentata una proposta interpretativa del contesto, secondo cui i rinvenimenti sarebbero da riferire alla porzione periferica di una ricca villa suburbana, che potrebbe essere appartenuta, sotto gli imperatori Antonini, alla famiglia di Ti. Claudius Tertullus, altissimo funzionario equestre, poi ammesso in Senato.
Parole chiave: via Ostiensis, balneum, edificio sepolcrale, necropoli, villa suburbana.
This paper presents the preliminary results of the recent archaeological survey undertaken along the via Ostiensis, at Casal Bernocchi (between Rome and Ostia). The survey revealed structures of uncertain interpretation, which might be ascribed to a bath complex, as well as a funerary building and a small necropolis with several burial types. The archaeological finds cover the period from the 5th century B.C. to the 5th century A.D. We divide this period into four macro-phases. The first two, spanning from the Republic to the beginning of the 2nd century A.D., are characterized by structures of uncertain interpretation. The survey reveals monumental development in the area during these phases through the addition of a balneum and a funerary building. In the third phase, dating from the mid to the late imperial age, the funerary areas expand, whereas in the final phase (4th-5th century A.D.) we witness the abandonment of the structures and the necropolis. On the basis of this recent survey and the surrounding topographic context, this paper argues that during the time of the Antonine dynasty this area may have made up the peripheral portion of the suburban villa of the family of Ti. Claudius Tertullus, an equestrian dignitary who had been admitted to the Senate.
Keywords: via Ostiensis, balneum, funerary building, necropolis, suburban villa.
“UNA CHIAVE IN PIÙ” L’IPOGEO CRISTIANO PRESSO IL CIRCO DI MASSENZIO
DI
GIOVANNA FERRI
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La campagna di rilievo fotogrammetrico con laser scanner eseguita nel cosiddetto ipogeo cristiano presso il circo di Massenzio – scoperto nel 1950 durante gli scavi della Ripartizione X del Comune di Roma – per la prima volta ha interessato tutte le gallerie cimiteriali e ha messo in evidenza un complesso sviluppato su due livelli, dei quali il secondo era rimasto totalmente inesplorato. Il contributo intende presentare delle riflessioni preliminari, basate sulle ultime ricognizioni e sui dati acquisiti con la nuova documentazione, in merito all’evoluzione del complesso, che si inserisce nel ricco quadro di presenze funerarie di tipo ipogeo disposte lungo le crepidini della via Appia, dove, accanto alle catacombe comunitarie, si collocano anche numerosi monumenti pensati per una fruizione di carattere privato.
Parole chiave: ipogeo di diritto privato, circo di Massenzio, tarda antichità, cristianizzazione, ciclo di Giona.
The photogrammetric and laser-scanner survey campaign conducted on the so-called Circus of Maxentius’ Christian Hypogeum – discovered in the 1950s during the excavations of the Comune di Roma, Ripartizione X – for the first time included all the cemeterial galleries and revealed a monument structured on two different levels, the second one of which had remained completely unexplored. This paper intends to present some preliminary considerations, based on the surveys and the data acquired with this new documentation, focusing on the evolution of the monument, that is part of a rich framework of funerary subterranean contexts situated on both side of the Appian way, where, together with the community catacombs, were located also numerous privately-owned hypogea.
Kewords: privately-owned Hypogeum, circus of Maxentius, Late Antiquity, Christianization, Jonah’s cycle.
PIETRO E PAOLO LUMINA MUNDI: L’ISCRIZIONE ICUR 3900 E LA FONDAZIONE DELLA BASILICA APOSTOLORUM
DI
PAOLO LIVERANI
SOCIO EFFETTIVO
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L’iscrizione ICUR 3900 è conservata solo da un codice del IX secolo assieme ad altre iscrizioni di basiliche paleocristiane di Roma. Disgraziatamente l’ultima riga, che conteneva il nome del costruttore della basilica, è perduta. Un secolo fa Marucchi attribuì l’iscrizione alla Basilica Apostolorum, l’odierna S. Sebastiano sulla via Appia, e la sua proposta fu comunemente accettata. Il presente contributo, dopo aver discusso l’integrazione delle lacune, affronta l’interpretazione del nodo essenziale: l’identificazione del praesul, il vescovo che prese l’iniziativa della costruzione, e del filius, che portò a termine l’opera. La Basilica Apostolorum è certamente una delle prime e risale all’età costantiniana, tuttavia essa manca dalla lista delle costruzioni di Costantino nel Liber Pontificalis. Una possibile spiegazione è quella di attribuire la costruzione a un privato (il filius), che avrebbe completato l’opera del padre (il praesul). A questo punto, in via ipotetica e con molta cautela, potremmo identificare il vescovo con papa Milziade o papa Silvestro.
Parole chiave: Basilica Apostolorum, Costantino, Liber Pontificalis, Milziade, Silvestro.
The inscription ICUR 3900 is preserved only through a 9th cent. codex together with other inscriptions from the early Christian basilicas of Rome. Unfortunately, the last line, with the name of the builder of the basilica, is missing. One century ago, Marucchi attributed it to the Basilica Apostolorum – to day St Sebastian on the Via Appia – and his proposal was widely accepted. After the discussion of some integrations of the text, the paper addresses the interpretation of the essential node: the identification of the praesul, the bishop who took the initiative to build the church, and of the filius, the son who completed the work. The Basilica Apostolorum is surely one of the earliest churches of Rome, dating back to the age of Constantine, but there is no trace of it in the list of the Constantinian buildings in the Liber Pontificalis. A possible explanation is to attribute the building to a private (the filius), who completed the work begun by his father (the praesul). Hypothetically and in a very cautious way, the latter could be identified with pope Miltiades or Sylvester.
Keywords: Basilica Apostolorum, Constantine, Liber Pontificalis, Miltiades, Sylvester.
PISCINA: SOBRE LA POSIBLE SIGNIFICACIÓN DEL TÉRMINO EN LA EPIGRAFÍA FUNERARIA DÁLMATA *
DI
MARC MAYER I OLIVÉ
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Emilio Marin septuagenario
La intención de este trabajo es analizar el valor del término piscina en contexto funerario atendiendo fundamentalmente al aspecto técnico del monumento que parece denominar. Los ejemplos de Aquileya y Salona resultan particularmente iluminadores para entender este concepto.
Palabras clave: epigrafía, arqueología, Dalmacia, cristianismo antiguo, forma de sepultura.
The intention of this paper is to analyze the value of the term piscina in funerary context, focusing on the technical aspect of the monument that it seems to call. The examples of Aquileia and Salona are particularly illuminating to understand this concept.
Keywords: epigraphy, archaeology, Dalmatia, ancient christianity, burial form.
LA CREAZIONE DEL CIL: THEODOR MOMMSEN E GIOSUÈ CECCONI DI OSIMO
DI
GIANFRANCO PACI
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Nella creazione del Corpus Inscriptionum Latinarum un contributo significativo è venuto dalla collaborazione che il Mommsen è riuscito ad attivare con personaggi o eruditi locali. Nel volume IX del CIL viene ricordato in termini lusinghieri uno di essi: Giosuè Cecconi di Osimo. Il recupero del carteggio intercorso tra i due consente di ripercorrere problemi e momenti affrontati dallo studioso in questa città, tra consultazione di preziosi manoscritti, nuove scoperte epigrafiche e questioni inerenti a una iscrizione dal contenuto apparentemente sibillino.
Parole chiave: CIL, Auximum, Mommsen e Cecconi, questioni epigrafiche.
The collaboration between Mommsen and local erudite scholars contributed greatly in the elaboration of the Corpus Inscriptionum Latinarum. In CIL IX one of them is often mentioned in a flattering manner: Giosuè Cecconi from Osimo. The correspondence between Mommsen and Cecconi permit to understand issues and the length and time spent by Mommnsen in town, where he had the chance to consult manuscripts, see first hand new epigraphic discoveries and read a particularly controversial inscription.
Keywords: CIL, Auximum, Mommsen and Cecconi, epigraphic issues.
UN INEDITO MILIARIO CON LA MENZIONE DELL’IMPERATORE EUGENIO E I MILIARI DELLA CAMPANIA PER VALENTINIANO II, TEODOSIO E ARCADIO *
DI
UMBERTO SOLDOVIERI
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Viene presentato un inedito miliario con doppia iscrizione, l’una per Valentinianus II, Theodosius e Arcadius, l’altra per Theodosius, Arcadius e Eugenius, di cui costituisce la prima attestazione. Vengono dunque riesaminati tutti i miliari con Valentinianus II, Theodosius e Arcadius rinvenuti nel territorio della provincia Campania.
Parole chiave: miliari, Valentinianus II, Theodosius, Arcadius, Eugenius, provincia Campania.
This article presents an unpublished milestone with double inscription, one for Valentinianus II, Theodosius and Arcadius, the other for Theodosius, Arcadius and Eugenius, of which it constitutes the first testimony. Therefore all the milestones relating to Valentinianus II, Theodosius and Arcadius, found in the provincia Campania, are re-examined.
Keywords: Roman milestones, Valentinianus II, Theodosius, Arcadius, Eugenius, provincia Campania.