1. Le comunicazioni non devono oltrepassare la mezz’ora (art. 18 dello Statuto), e di regola devono essere lette.
2. Indipendentemente dalla lingua prescelta per la comunicazione orale (art. 15 dello Statuto), il testo per la stampa dovrà essere redatto nella lingua madre dell’autore, sempreché si tratti di una delle seguenti: italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco. Il testo delle comunicazioni sia consegnato per la stampa possibilmente al termine dell’adunanza; in ogni caso entro il terzo mese successivo, affinché non si ritardi la composizione del fascicolo dei Rendiconti al quale spetta.
L’autore fornirà al Segretario il sunto per il verbale.
3. Aggiunte e correzioni che alterino la sostanza della comunicazione o anche modifichino notevolmente il senso, di regola, non sono ammesse, dovendo il testo della stampa rispecchiare fedelmente quello letto; nel caso però che l’autore le ritenga necessarie, le segnali al Curatore delle stampe per l’indispensabile approvazione.
4. I testi redatti da autori estranei dell’Accademia dovranno essere presentati da un socio (al massimo, uno per seduta pubblica).
5. Le norme redazionali vanno osservate col massimo scrupolo nella stesura degli articoli per i Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, in qualunque lingua essi siano [minimi adattamenti alla lingua del contributo sono ovviamente prevedibili: Es. (tedesco) « S. » invece di « p. »; (francese) « dans » invece di « in »], e per volumi miscellanei con la collaborazione di diversi autori. Per le altre pubblicazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, le presenti norme possono essere considerate come un raccomandabile punto di riferimento da adattare, volta per volta, alle particolari caratteristiche del volume e all’area culturale dell’autore.
6. Norme redazionali
Il testo dovrà essere composto con interlinea 1,5 e corpo del carattere 12, Times New Roman.
Le note saranno inserite a pié di pagina, con interlinea 1 e con corpo del carattere 11.
Ogni articolo deve essere accompagnato da un riassunto in lingua italiana e indicazione delle parole-chiave e da un abstract in altra lingua (inglese/francese/tedesco/spagnolo) con relative keywords.
Nel caso in cui un articolo di un unico autore è suddiviso in distinti paragrafi, ognuno di questi sarà preceduto da un titolo in maiuscoletto corsivo con numerazione progressiva in numeri arabi.
Nel caso in cui il contributo sia opera di più autori, le singole parti saranno scandite da numeri romani, seguite dal titolo in maiuscolo e dal nome del singolo autore.
Nelle note ogni indicazione bibliografica sarà limitata al cognome dell’autore in maiuscoletto, seguito dall’anno e dalle pp. (pagine) o coll. (colonne), indicando la prima e l’ultima (non segg.) cui si fa riferimento.
La bibliografia deve essere collocata in fondo all’articolo, preceduta da ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE (centrato e in maiuscolo). Seguendo in linea di massima il sistema OXFORD, l’abbreviazione del nome dell’autore va in maiuscoletto seguita dall’anno di pubblicazione del suo scritto e, nella riga sottostante, dallo scioglimento dell’abbreviazione: il nome dell’autore (nome di battesimo indicato solo con la prima lettera puntata – se due nomi, le due lettere si susseguono senza spazio), seguito dal titolo dell’opera, in corsivo sia nel caso di una monografia (al quale seguirà il luogo di pubblicazione e l’anno non separati tra loro da virgola), sia nel caso di un articolo, seguito da “in” e dal nome della rivista in corsivo, abbreviato secondo le norme della Deutsche Archäologische Bibliographie, dall’annata (espressa in numero arabo), dall’anno e dall’indicazione precisa del numero delle pagine (inizio e fine) di tutto l’articolo.
Es. monografia:
Coarelli 1983
F. Coarelli, Il Foro Romano. Periodo arcaico, Roma 1983;
– nel caso l’opera consti di più volumi, il numero del volume seguirà, in tondo e cifra romana, il titolo dell’opera:
G. Lugli, La tecnica edilizia romana, I, Roma 1957;
– l’indicazione di successive edizioni di un’opera sarà segnalata dal numero in esponente accanto alla città di edizione:
A. Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de’ dintorni di Roma, I, Roma² 1848;
– l’eventuale indicazione della collezione o collana alla quale appartiene il volume va collocata in tondo (in corsivo se in latino) prima del luogo di stampa e l’anno di edizione, fra parentesi tonde; segue, dopo una virgola, l’eventuale numero d’ordine all’interno della collezione, cha va comunque indicato con cifre arabe:4
M. Edelmann, Menschen auf griechischen Weihreliefs (Quellen und Forschungen zur antiken Welt, 33), München 1999).
Es. articolo su rivista:
Zevi 2004
F. Zevi Ancora su T. Statilius Taurianus e il serapeo di Ostia, in Epigraphica 66, 2004, pp. 95-108.
Nel caso di abbreviazione di due o piùopere dello stesso autore, pubblicate nello stesso anno, dopo l’anno di pubblicazione va aggiunta la lettera a, b etc. (in maiuscoletto) senza interporre spazio:
Ohly 2001a
D. Ohly, Glyptothek München Griechische und Römische Skulpturen ̧ München 2001.
Ohly 2001b
D. Ohly, Die Aegineten. Tafeln II. Die Westgiebelgruppe. Tafeln III. Die Gruppen auf dem Altarplatz, Figürliche Bruchstücke, Akrotere, Aus der Tempelcella, Die klassizistiche Restaurierung der Aegineten, München 2001.
Nel caso l’opera sia stata scritta da due o tre autori, i nomi vanno intramezzati da una virgola sia nell’abbreviazione che nello scioglimento:
Kavvadias, Kawerau 1896
P. Kavvadias, G. Kawerau, Die Ausgrabung der Akropolis vom Jahre 1885 bis zum Jahre 1890, Athen 1896.
Nel caso l’opera sia stata scritta da piùdi tre autori, l’abbreviazione deve indicare il nome del primo autore seguito dalla dicitura et alii (maiuscoletto corsivo); nello scioglimento bibliografico invece devono essere indicati tutti i nomi degli autori.
Nel caso di volumi miscellanei, per quanto riguarda a cura di si usa la lingua dell’edizione, seguita dal nome del curatore:
italiano: a cura di; francese: éd.; inglese: ed. (singolare); eds. (plur.) spagnolo: ed. (singolare); eds. (plurale); tedesco: Hrsg.
Corradini 1985
E. Corradini, Per una storia delle collezioni di antichità dei duchi d’Est, in E. Mattaliano (a cura di), Da Borso a Cesare d’Este. La scuola di Ferrara 1450-1628, Ferrara 1985, pp. 179-187.
Nel caso in cui si intendano citare più articoli presenti in un volume miscellaneo è opportuno indicare nelle abbreviazioni bibliografiche il titolo sintetico del volume in maiuscoletto corsivo seguito dall’anno, cui far seguito il /i nomi dei curatori (in maiuscoletto), il titolo in esteso in corsivo, luogo e anno:
Riflessioni su Pyrgi 2013
M.P. Baglione, M.D. Gentili (a cura di), Riflessioni su Pyrgi. Scavi e ricerche nelle aree del santuario, Roma 2013
e a tale titolo sintetico si farà riferimento nella citazione dei singoli contributi considerati:
Drago Troccoli 2013
L. Drago Troccoli, Le offerte in metallo: riflessioni preliminari sugli aspetti formali, poderali ed economici, in Riflessioni su Pyrgi 2013, pp. 167-194
Nelle note del relativo articolo si indicherà, come di norma, il nome dell'autore, l'anno, pagine:
Drago Troccoli 2013, pp. 172-184.
Nel caso di una citazione da un catalogo di mostra:
Fedeli 2014
P. Fedeli, Le biblioteche private nel mondo romano, in R. Meneghini, R. Rea (a cura di), La biblioteca infinita, Catalogo della mostra, Roma 14 marzo-5 ottobre 2014, Roma 2014, pp. 176-189.
Nel caso di citazione di Atti di convegni, il luogo e la data del convegno sarà indicata in tondo tra parentesi.
Per la citazione di autori classici, patristici, medievali, si indichi il nome dell’autore in maiuscoletto, titolo dell’opera abbreviato in corsivo (per le abbreviazioni, ad es., per quanto attiene agli autori classici latini, si usino quelle del Thesaurus linguae Latinae), con riferimento poi alle usuali partizioni del testo indicate in numeri arabi:
Cic. de Off. 1, 22.
Per citazioni consecutive nella medesima nota si usino Id. /Ead. e ibid.
I brani citati, sia nel testo che nelle note, dovranno essere racchiusi tra virgolette. I brani citati da autori classici, patristici, medievali saranno sempre in corsivo non virgolettati.
Abbreviazioni frequenti
cfr. = confronta
cm = centimetri
col./coll. = colonna/colonne
fig./figg. = figura/figureh = altezza
inv. = inventario
lungh.= lunghezza
largh. = larghezzam = metrin./nn. = numero/numeri
nota = notap./pp. = pagina/paginesp. = spessores.v. = sub voce
tav./tavv. = tav./tavv.tav. f.t. = tavola fuori testo
v./vv. = verso/versi
vd. = vedi
e ulteriori indicazioni
– Le unitàdi misura precedono il numero: m 100; cm 50; mm 25.
– L’indicazione del CIL segue la norma: es. CIL, XIV 2112 (e similmente per le altre sillogi)
– Eventuali ringraziamenti vanno inseriti a nota 1.
7. Per citazioni di manoscritti, si adotti il tondo nel caso in cui si indichi analiticamente luogo, istituzione di conservazione, il corsivo per il fondo e la segnatura (Es.: Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Borgh. 38); qualora si preferiscano utilizzare le forme abbreviate entrate nell’uso, si adoperi il corsivo per il fondo e la segnatura (Es.: Vat. lat. 39; Par. Suppl. gr. 32). La segnatura può essere seguíta dall’indicazione del foglio o dei fogli (f. o ff., non c. o cc.) e del recto e/o del verso (r e/o v, senza punto, in tondo, all’altezza e nel corpo del numero del foglio). Es.: f. 12v; f. 235rv; ff. 6r-27v.
8. I testi vanno trasmessi al curatore in forma definitiva (su file separati: testo, abbreviazioni bibliografiche, immagini e didascalie) con WeTransfer. Nel testo i riferimenti a figure, tavole, tabelle vanno evidenziati in giallo.
9. Nella digitazione del testo si farà attenzione:
– a non mettere mai lo spazio dopo la parentesi aperta e prima della parentesi chiusa, prima della virgola, del punto e di ogni altro segno grafico che non deve essere separato dalla parola cui si riferisce. Metterlo invece dopo il segno grafico;
– a non inserire più di uno spazio tra le parole;
– i termini: nord, sud, est e ovest vanno in minuscolo e per esteso;
– per far rientrare i capoversi o centrare i testi, utilizzare le funzioni del programma, non spaziature e tabulazioni manuali;
– a non sillabare mai il testo manualmente;
– le note vanno messe in automatico a pie’ di pagina.
10. Le illustrazioni fotografiche saranno limitate allo stretto necessario. Se servono unicamente come documenti di confronto, saranno pubblicate solamente quelle che non sono facilmente consultabili nelle pubblicazioni moderne. Se illustrano un rapporto provvisorio di scavi, dovranno essere limitate a quelle che presentano un interesse documentario in se stesso, riservando al rapporto definitivo quelle che illustrano direttamente gli scavi.
Le illustrazioni scelte devono rientrare nelle dimensioni previste nella pubblicazione. È auspicabile proporre il raggruppamento dei soggetti. Sono preferibili raggruppamenti su pagina intera.
11. Le piante devono essere proposte tenendo conto del formato della pagina dei Rendiconti. In linea di massima, si limiteranno a questo formato.
Nelle planimetrie deve essere fornita l’indicazione del nord geografico. Nel caso di rinvenimenti è richiesto un riferimento cartografico del sito archeologico.
– I grafici possono essere forniti su file nel programma in cui sono stati creati.
– Per permettere una adeguata valutazione delle proporzioni, le immagini o i grafici di oggetti, reperti vari, etc. dovranno essere forniti con la relativa scala metrica per le eventuali modifiche del formato (riduzione o ingrandimento) e, possibilmente, con la scala cromatica e su fondo grigio.
– Non saranno accettate immagini digitali in formato jpg, poiché di qualità generalmente inadatta alla stampa. Per lo stesso motivo va evitata la conversione in formato tiff di una immagine jpg.
– La scansione (acquisizione tramite scanner) di stampe fotografiche o di qualsiasi altro documento e oggetto deve essere effettuata a risoluzione minima di 300 dpi, a colori (anche per il B/N); la risoluzione a 300 dpi è indispensabile per una riproduzione a stampa a dimensioni 1:1; nel caso in cui sia richiesta una dimensione maggiore è necessario ingrandire l’immagine, al momento dell’acquisizione con scanner, nella percentuale desiderata; ad es., se si vuole stampare l’immagine di una moneta, che su stampa fotografica ha un diametro pari ad 1 cm, alla dimensione di 4 cm, si dovrà scansionare la stampa a dimensione 400% a 300 dpi.
12. Ogni illustrazione o pianta sarà munita del proprio numero come figura (fig. 1, 2 ecc.) o come tavola (Tav. I, II ecc.).
13. Gli autori avranno cura di verificare sul manoscritto la concordanza dei numeri delle note, delle figure e delle tavole.
14. Agli autori sono inviate in correzione le prime bozze e, se la Redazione lo giudica necessario, le seconde bozze. Se dopo un mese le bozze non sono state restituite, saranno corrette di ufficio o rinviate al tomo seguente dei Rendiconti.
15. Gli autori hanno diritto ad una copia dell’opera completa e all’estratto del loro testo in formato pdf. Gli estratti cartacei potranno essere richiesti alla Direzione della Tipografia Vaticana (mail: commerciale.tipografia@spc.va) a spese dell’autore.
16. È opportuno richiamare che, a norma dell’articolo 8 dello Statuto e del Regolamento, il Curatore delle stampe ha l’autorità di apportare modifiche di forma al testo e alle note e di ridurre il numero delle illustrazioni in funzione delle norme ricordate, ricorrendo, se lo ritiene utile, a un collega dell’Accademia.
Egli conta, peraltro, sulla cortesia degli autori per rendere il suo intervento inutile e per assicurare così, senza perdite di tempo, l’unità di presentazione del contenuto dei Rendiconti, la pubblicazione rapida delle comunicazioni, non meno che la loro agevole consultazione da parte dei lettori di oggi… e di domani, riducendo nello stesso tempo le spese tipografiche.
17. Per evitare intralci e malintesi, la consegna dei testi e delle bozze e ogni eventuale comunicazione o domanda sullo stato della pubblicazione sia fatta direttamente al Curatore delle stampe o alla Segreteria dell’Accademia (non alla tipografia). La Segreteria è in via della Conciliazione 5, tel. 06/698.854.36. La Segreteria è aperta dalle 16.00 alle 18.00, da novembre a giugno, il martedì.